Lo spread e il tasso d’interesse

Spread che sale e che scende e condiziona la nostra economia. Ma ci siamo chiesti precisamente cosa è?
Lo spread è un termine inglese che significa ‘differenza’. Essenzialmente sono due che condizionano aumenti e ribassi dei prezzi. Una è la differenza tra il tasso d’interesse che uno Stato paga ai detentori dei titoli del suo debito pubblico ed il tasso di riferimento di uno Stato affidabile che in Europa corrisponde alla Germania.
Usiamo però il termine spread anche per quantificare la differenza tra il tasso d’interesse variabile sui mutui ed il tasso di riferimento al quale le banche si concedono prestiti tra loro chiamato Euribor.

Ma andiamo a spiegare meglio il primo significato di spread, quello che ci interessa realmente. Uno stato, quando emette delle obbligazioni, promette a chi gli presta fondi di restituire la somma ricevuta entro la data stabilita e s’impegna a pagare una somma commisurata all’entità del prestito.

Si tratta di un compenso per chi, concedendo i propri fondi, consente allo Stato di pagare le spese per consumi ed investimenti che ha deciso di effettuare. I creditori sceglieranno obbligazioni dei debitori che danno maggiori garanzie. Quelli meno affidabili per invogliare ad acquistare propri titoli dovranno competere con la concorrenza offrendo un tasso d’interesse più alto rispetto ai debitori più affidabili. Lo spread è proprio la differenza tra questi due tassi d’interesse. Più è alto lo spread italiano sui titoli pubblici rispetto a quelli tedeschi più c’è il rischio che il nostro debito sia percepito come rischioso dagli investitori.

Come fare per abbassare lo spread? L’Italia dovrebbe diminuire il proprio debito pubblico che ora ammonta a circa 2mila miliardi di euro con la crescita economica. Si ridurrebbe il rapporto fra debito pubblico e Prodotto Interno Lordo (Pil) e cambierebbe l’umore e la fiducia dei creditori che condiziona lo spread.

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